Claudio by Pierangelo Buongiorno

Claudio by Pierangelo Buongiorno

autore:Pierangelo Buongiorno [Buongiorno, Pierangelo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Historical, History, Ancient, General
ISBN: 9788899470289
Google: rODlnAAACAAJ
editore: 21 Editore
pubblicato: 2017-12-06T23:00:00+00:00


Il regno di Armenia fra Roma e Partia

Il regno sul controllo del quale si consumava in ogni caso il ‘Grande gioco’ fra Roma e la Partia era quello di Armenia. Un significativo contributo alla conoscenza delle vicende di questo regno agli estremi confini orientali dell’impero viene da Tacito. Per nostra fortuna, un excursus del lacunoso libro XI degli Annali80 riproduce in compendio la narrazione di eventi che si possono collocare cronologicamente tra il 43 (o anni immediatamente anteriori)81 e il 49 e che riguardano il controllo del regno di Armenia. Nato dalle ceneri dell’antica satrapia d’Armenia (prima macedone, poi seleucide), questo regno aveva guadagnato crescente peso nell’area caucasica soprattutto durante il periodo di governo di Tigrane il grande (95-55 a.C.), assumendo quasi le dimensioni di un impero regionale. Per questo motivo, Pompeo aveva condotto le legioni romane a conquistare Tigranocerta (69 a.C.), obbligando gli armeni alla deditio in fidem (66/65 a.C.), ossia a una resa alla quale era connessa la sottomissione a Roma: Tigrane aveva potuto così conservare la corona, entrando però nell’orbita politico-militare di Roma. Il regno di Armenia che già costituiva un cuscinetto importante tra l’impero romano e quello partico, diveniva dunque un satellite della politica di espansione romana, anche in prospettiva di campagne contro i Parti. L’influsso romano era nei fatti. Non a caso un geografo raffinato come Strabone avrebbe osservato che a quel tempo, in Armenia, «tutti parlavano la stessa lingua»82.

Nel corso della prima metà del I secolo d.C., quindi, se da un lato Roma si garantiva ancora la nomina di re ‘amici’, col tempo era venuto in rilievo un interesse dei Parti per questo regno. L’Armenia era contesa tra i due imperi. Tiberio era ancora riuscito a intronizzare sul regno d’Armenia Artaxias III (nato Zenone del Ponto e discendente per via materna da Marco Antonio) e, alla morte di questo nel 35 – liquidati i pretendenti partici – Mitridate.

Almeno sino al 39 Mitridate aveva collaborato con Lucio Vitellio in operazioni militari contro Artabano III di Partia83; tuttavia era stato imprigionato da Caligola, che lo aveva privato del suo regno. A questo rovescio di fortuna aveva fatto seguito un indebolimento romano nell’area, con l’ascesa di un re, Orode, gradito all’impero partico.

Tuttavia, la morte nel 38 dell’imperatore dei Parti Artabano III aveva determinato un’accesa lotta per la successione all’interno della dinastia arsacide, che vide coinvolti il legittimo successore, Vardane, e il fratello di costui, Gotarze. Nella sua lotta per il potere quest’ultimo non avrebbe esitato – stando a Tacito e alle sue fonti – a uccidere il fratello Artabano e tutta la sua famiglia. Poi, approfittando della rivolta di Seleucia sul Tigri (la grande città fondata da Seleuco I a nord di Babilonia e dal 141 a.C. sotto il controllo dell’impero partico), assediata da Vardane, aveva preso il potere, avviando una lotta intestina.

In questo volgere degli eventi, in cui le forze partiche erano divise e la situazione appariva incerta, Claudio aveva colto l’occasione, nel corso del 41, di permettere a Mitridate di riconquistare l’Armenia:

l’abilità dei soldati romani



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